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IL TORDO
(Favola di esopo)
Il caldo nido della mamma accoglieva dentro sé quattro bellissimi
tordi appena nati. I piccoli aspettavano costantemente il cibo con il
beccuccio spalancato fiduciosi di ciò che la loro premurosa madre
gli avrebbe portato e accogliendola sempre con gridolini di gioia. L'unico
a non essere soddisfatto era il più grandicello dei fratellini.
Egli pretendeva qualcosa di meglio per placare la propria fame. Quei
vermicelli e quelle bacche marce che la solerte mamma gli portava ogni
giorno non andavano certo bene per soddisfare un palato fino come il
suo!
Quando giunse finalmente all'età
giusta per poter volare e procurarsi il cibo che desiderava, il tordo
si allontanò dal nido e così si diede subito da fare per
cercare prelibate leccornie. Cominciò a svolazzare da una pianta
all'altra arricciando il becco disgustato alla vista di insulse bacche
o frutta appassita. Durante uno dei suoi giri d'ispezione però,
il tordo capitò su una rarissima pianta di mirto. Attirato da
quella prelibatezza, l'uccellino si tuffò tra i suoi rami e fece
una bella scorpacciata. Soddisfatto per l'ottimo cibo, decise di tornare
in quel luogo anche il mattino successivo. Con quel proposito nel cuore
rientrò nel suo nido senza accorgersi di essere stato spiato
da un uccellatore! Quest'uomo appassionato di volatili, notando la predilezione
che il tordo aveva per quella pianta, spalmò di nascosto un po'
di vischio su alcuni rami. Il giorno seguente il giovane tordo volò
sicuro verso la pianta di mirto pronto a farsi una nuova scorpacciata,
ma appena posò le zampine sui rami rimase imprigionato dalla
sostanza collosa. Terrorizzato egli cominciò a piangere e gridare
così forte che fu possibile udire la sua voce a miglia di distanza.
Fortunatamente prima dell'arrivo dell'uccellatore la mamma accorse dal
suo figliolo riuscendo con pazienza a liberargli le zampine e a riportarlo
al nido.
Questa volta il tordo se l'era vista
proprio brutta a causa della sua golosità!
Molti uomini incapaci di resistere
ai peccati di gola rischiano di perdere la salute e, a volte, persino
la vita.
da Esopo