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L'USIGNOLO E LO SPARVIERO
Esopo.
Era una dolcissima giornata di primavera.
I rami fioriti di ogni albero si stagliavano
sotto un cielo limpido e cristallino. Ogni animale del bosco era lieto
di correre libero tra i mille profumi della natura appena risvegliatasi.
Era bello vivere, gridare, ruzzolare nei campi, giocare all'aria aperta.
A questo pensava un grazioso usignolo svolazzando tra una pianta e l'altra.
Egli era enormemente contento. Infatti era appena diventato papà
di cinque meravigliosi uccellini. La sua cara mogliettina se ne stava
premurosa nel nido a curare i simpaticissimi cucciolotti che ciangottavano
allegramente, mentre lui vagava per il bosco in cerca di un po' di cibo
per tutta la famiglia.
Attirato da quell'aria frizzante, il
piccolino si trattenne in giro per i prati, assaporando il buon sapore
di libertà. Ma, quando si decise a tornare a casa portando del
mangime nel becco, notò in lontananza l'arrivo di un terribile
sparviero che puntava dritto, dritto sul nido in cui si trovavano i
suoi cuccioli. Con coraggio e senza esitare, l'usignolo si posò
sul ramo di un'alta pianta e cominciò a cantare con quanto fiato
aveva in gola. Una melodia bellissima uscì dal suo beccuccio.
Ogni creatura si fermò ad ascoltare. Era il canto di un genitore
disperato. Lo sparviero, attirato da quel suono si lanciò deciso
sull'uccellino agguantandolo saldamente e rivolando via velocemente.
L'usignolo, sfinito per il faticoso
canto, si abbandonò felicemente agli artigli dello sparviero.
Era riuscito a distogliere l'attenzione del rapace dai suoi piccoli
grazie alla sua melodia canora. Sì, quel padre aveva salvato
i suoi figli con il proprio sacrificio.
L 'amore di un genitore riesce
sempre a superare qualsiasi ostacolo per la salvezza dei propri figli.
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Esopo