Le stelle d'oro
Favola dei Fratelli Grimm.
Le stelle
d'oro
J. e W. Grimm
Era rimasta sola al mondo. L'avevano
messa sopra una strada dicendole: “ Raccomandati al cielo,
povera bimba!
E lei, la piccola orfana, s'era raccomandata al cielo! Aveva giunte
le manine, volto gli occhi su, su in alto, e piangendo aveva esclamato:
“ Stelle d'oro, aiutatemi voi!
E girava il mondo così, stendendo
la manina alla pietà di quelli che erano meno infelici di lei.
L'aiutavano tutti, è vero, ma era una povera vita, la sua: una
vita randagia, senza affetti e senza conforti.
Un giorno incontrò un povero vecchio cadente; l'orfanella mangiava
avidamente un pezzo di pane che una brava donna le aveva appena dato.
“ Ho fame “ sospirò il vecchio fissando con desiderio
infinito il pezzo di pane nelle mani della bimba; “ ho tanta fame!
“ Eccovi, nonno, il mio pane, mangiate.
“ Ma, e tu?
“ Ne cercherò dell'altro.
Il vecchio allora la benedisse: “ Oh, se le stelle piovessero
su te che hai un cuore così generoso!
Un altro giorno la poverina se ne andava dalla città ala campagna
vicina. trovò per via una fanciulla che batteva i denti dal freddo;
non aveva da ricoprirsi che la pura camicia.
“ Hai freddo? “ le domandò l'orfanella.
“ Sì, “ rispose l'altra “ ma non ho neppure
un vestito.
“ Eccoti il mio: io non lo soffro il freddo, e se anche lo sento,
mi rende un po' meno pigra.
“ Tu sei una stella caduta da lassù; oh se potessi, vorrei...
vorrei che tutte le altre stelle ti cadessero in grembo
come pioggia d'oro.
E si divisero. L'orfanella abbandonata continuò la strada che
la conduceva in campagna, presso una capanna dove pensava di riposare
la notte, e l'altra corse via felice dell'abitino che la riparava così
bene.
La notte cadeva adagio adagio e le stelle del firmamento
si accendevano una dopo l'altra come punti d'oro luminosi. L'orfanella
le guardava e sorrideva al ricordo dell'augurio del vecchio e di quello
uguale della bimba cui aveva regalato generosamente il suo vestito.
Aveva freddo anche lei, ora; ma si consolava perché la cascina
a cui era diretta non era lontana; già ne aveva riconosciuti
i contorni.
“ Ah sì! “ pensava:
“ se le stelle piovessero oro su di me ne raccoglierei tanto tanto
e farei poi tante case grandi grandi per ospitare i bambini abbandonati.
Se le stelle di lassù piovessero oro, vorrei consolare tutti
quelli che soffrono; sfamerei gli affamati, vestirei i nudi... Mi vestirei
“ disse guardandosi con un sorriso; “ io
mi vestirei perché, davvero, ho freddo.
Si sentì nell'aria un canto di voci angeliche, poi il tintinnio
armonioso di oro smosso. La bimba guardò in alto: subito cadde
in ginocchio e tese la camicina. Le stelle si staccavano dal cielo,
e , cambiate in monete d'oro, cadevano a migliaia attorno a quell'angioletto
che, sorridendo, le raccoglieva felice:
“ Sì, sì! Farò fare, sì, farò
fare uno, no... tanti bei palazzi grandi per gli abbandonati e sarò
il conforto di tutti quelli che soffrono!
Dal cielo, il soave canto di voci di paradiso ripeteva: “ Benedetta!
Benedetta!
fratelli Jachob e Wilhelm Grimm