Le fiabe e le favole per bambini
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FAVOLE ESOPO
La sotria della vita, le opere di Esopo e le fiabe di Esopo.

favolista greco (VI sec. a.C.). Secondo una tradizione biografica romanzesca, fu di origine frigia, schiavo e gobbo. Visse a Samo, ma viaggiò in Oriente e in Grecia. Sarebbe morto in seguito a un processo per furto intentatogli dagli abitanti di Delfi, da lui beffati. Sono giunte sotto il suo nome centinaia di favole, che costituiscono il corpus Aesopianum: si tratta per lo più di ingenui e garbati apologhi di animali (sostituiti agli uomini e operanti come gli uomini), ispirati a una morale comune e popolare.

La favola di Esopo consiste nella narrazione agevole e piana di una semplice vicenda, i cui protagonisti sono generalmente animali (leone, cane, volpe, rana, ecc.), ma talvolta anche uomini, per lo più identificati attraverso la loro professione (vasaio, pescatore, pastore, taglialegna, ecc.).Nei brevi quadri, che mostrano grande naturalezza evocativa e profonda conoscenza delle passioni umane, e dove gli animali sono caratterizzati attraverso una tipologia psicologica convenzionale, la favola si conclude secondo i canoni di etica pratica, ma non priva di una sua rilevanza, i cui intenti di ammaestramento furono sottolineati, in età più tarda, da un esplicito enunciato morale, sorto nell'ambito della scuola.

Esopo dovette scrivere in ionico, ma la stesura originaria delle sue favole subì alterazioni e contraffazioni di ogni genere tanto che è impossibile rintracciare la fisionomia genuina dello scrittore: egli non è, per noi, che un nome sotto il quale è stata tramandata una produzione favolistica anonima, scritta in tempi diversi. Edizioni alterate delle sue favole si ebbero sin dal VIV sec. a.C. Spunti esopiani si riscontrano, nell'Evo Antico, in oratori e filosofi, in Callimaco e in Orazio. Diretti imitatori delle favole di Esopo sono i latini Fedro (sec. I) e Aviano (sec. IV-V) e il greco Babrio (II sec.).

Esopo, dallo spirito argutissimo e geniale, compose numerose favole, spesso
riferite agli animali, ma con trasparenti allusioni al mondo degli uomini.
Le redazioni a noi giunte delle favole di Esopo sono dell'età ellenistica:
si tratta di 400 favole brevi e di stile sobrio, concluse da una breve
morale. I personaggi sono per lo più animali, ma anche uomini e dèi, o
piante.

Le Fiabe Esopo:

esopo

Esopo è stato un favolista greco del VII o VI sec, a. C., della cui vita
pochissimo ci è noto. Probabilmente frigio di nascita, fu dapprima schiavo:
poi, liberato da Xanto, compì numerosi viaggi.

La grande fama di Esopo e dei suoi protagonisti è dovuta alla
semplicità e freschezza di efficacia educativa, dai temi perennemente vivi
delle favole che riflettono la sapienza morale del popolo ma anche dalla
forma allegorica.

Fra i maggiori imitatori delle favole esopiche furono Fedro e La
Fontaine.

 

Esopo, il celebre ideatore di favole di origine frigia, visse come schiavo nell'isola di Samo fra il VII e il VI secolo a.C. Egli proponeva e risolveva indovinelli, non si sa se per conto del re Licero di Babilonia - che poi intratteneva una tenzone di enigmi col re egiziano Nectanebo - oppure direttamente con Nectanebo:

Qual è quel grande tempio poggiato su di una colonna la quale è circondata da 12 città ciascuna delle quali ha 30 puntelli ognuno presidiato da due donne, una bianca e una nera, che ne sovrintendono il perimetro?
Il mondo è il tempio, l'anno è la colonna, i mesi sono le dodici città, i giorni i puntelli, il giorno e la notte le due donne.

Sorge dovunque, in mare o in terra, è lunga e grande alla nascita e alla morte mentre è piccola in gioventù.
È l'ombra che varia la sua lunghezza col movimento del sole.

Due sorelle nascono e muoiono ogni giorno e l'una causa la morte dell'altra.
Il giorno e la notte che segnano i rispettivi confini di esistenza.

Qual è quella cosa che ognuno aspira a raggiungere ma che se gli fosse offerta immediatamente rifiuterebbe come si rifiuta un pessimo affare?
La vecchiaia.

Due grifi, invece, sempre risolti da Esopo, furono:

Qual è il più astuto degli animali?
Quello che ancora non si è fatto addomesticare dall'uomo.

Sono più i morti o i vivi?
I vivi perché i morti non sono più.

 

Antico favolista greco, della cui vita si impadronì ben presto la leggenda, ampliandone e romanzandone la biografia fino a formare un vero e proprio Romanzo di Esopo, diramatosi poi attraverso varie versioni in età tarda. Vi appare uno schiavo frigio, di aspetto deforme, che va peregrinando attraverso i più remoti paesi e vive le più strane vicende, fino a morire a Delfi, vittima della vendetta del popolo per averne denunciato le bassezze e l'avidità. A noi sono giunte circa 400 favole, che si comprendono genericamente sotto il titolo Corpus fabularum Aesopicarum. Esse sono state tramandate attraverso varie collezioni medievali, di carattere notevolmente eterogeneo, le quali risalgono a raccolte dei primi secoli dell'era cristiana.

 

 

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